martedì 9 luglio 2013

Free Tour " Barriere Coralline "

Grande Barriera corallina, Australia:

 

 

Sarà anche una delle mete più scontate, ma la popolarità della Grande Barriera Corallina è giustificata. Il parco marino più grande del mondo si estende per oltre 2300 km lungo le limpide acque poco profonde al largo della costa nord-orientale dell'Australia e custodisce una formidabile ricchezza, tra cui 400 tipi di coralli, 1500 specie di pesci e 400 varietà di molluschi. Questi fondali, Patrimonio dell'Umanità, offrono agli appassionati di snorkelling un ampio ventaglio di escursioni e servizi.





Barriera corallina di Andros, Bahamas

 

 

Le acque cristalline di Andros, l'isola meno popolata delle Bahamas, formano il terzo sistema corallino del mondo per dimensioni e offrono un'esperienza subacquea unica. I coralli si estendono per 225 km lungo la costa orientale, fino al margine della Lingua dell'Oceano, una piattaforma della profondità di 35 m dalla quale si forma un canyon sottomarino che sprofonda a più di 1800 m. L'esplorazione delle grotte coralline della Foresta Pietrifi cata è un'esperienza indimenticabile.

Barriera corallina della Nuova Caledonia

 

La barriera corallina si presenta in molte forme e dimensioni e la Nuova Caledonia, nel Pacifico, vanta addirittura un doppio sistema lungo 1300 km che si sviluppa intorno all'isola principale di Grand Terre. Distante circa 30 km dalla costa, il reef forma una laguna popolata da specie di ogni tipo - pesci balestra, tonni, squali e testuggini - sullo sfondo di formazioni coralline iridescenti. Molte di queste sono endemiche della regione, catalogata dall'UNESCO come 'area di eccezionale bellezza naturale' e dichiarata Patrimonio dell'Umanità nel 2008.

Isole Raja Ampat, Papua Occidentale, Indonesia

 

 Situate al largo di Sorong, nella Papua Occidentale, le Isole Raja Ampat costituiscono il fulcro del cosiddetto 'triangolo dei coralli', formato dalle barriere coralline di Indonesia, Filippine e Australia settentrionale. Le strabilianti formazioni sono annoverate tra le più spettacolari del mondo e costituiscono l'habitat di oltre 1200 tipi di pesci e 600 varietà di coralli, circa il 75% di quelli conosciuti. La ricchezza dell'ecosistema ha permesso a un sub di stabilire il record mondiale del numero di specie di pesci viste in un'ora: ben 283.

Atollo Carolina, Kiribati

 

 Il Sud Pacifico è l'ultima frontiera delle escursioni su isole deserte. La Repubblica di Kiribati, costituita da 32 atolli e un'unica isola corallina, è il sito di una straordinaria barriera corallina lagunare. L'Atollo Carolina, 4200 km a est della capitale Tarawa, è un insieme di isolotti che misura appena 13 km in lunghezza e 2,5 km in larghezza. In virtù del suo isolamento, è tuttora incontaminato e ricco di formazioni coralline e sgargianti specie marine, tra cui vongole giganti, granchi del cocco e labri Napoleone. L'Atollo Carolina fa parte delle Line
Islands.

Atollo di Aldabra, Seychelles

 

 L'Aldabra è il secondo atollo più grande del mondo. Vista la posizione non ha una comunità residente e i turisti sono pochi, ma chi ama i fondali marini potrebbe sceglierlo per i bassi fondali, i pendii e le scogliere profonde, ricche di formazioni coralline incontaminate, pesci e invertebrati. In questo biosistema autosufficiente, non ancora rovinato dalla presenza dell'uomo, vivono specie come gli squali martello, i barracuda e oltre 150.000 tartarughe giganti. La pista di atterraggio più vicina si trova su Assomption Island, a 25 km di distanza.

Barriera corallina del Belize

 

 La Barriera Corallina del Belize fa parte della Barriera Mesoamericana che dalla Penisola dello Yucatán, in Messico, si sviluppa verso sud fino all'Honduras. Lungo il tratto della costa caraibica del Belize, lungo 300 km, vivono 100 tipi di coralli e 500 specie di pesci. Il reef vanta alcuni dei migliori siti di immersione al mondo, come il Blue Hole, una grande dolina carsica larga 300 m e profonda 124 m. Nel 1996 l'UNESCO ha dichiarato la regione Patrimonio dell'Umanità, benché il riscaldamento globale, l'inquinamento e il turismo ne stiano minando le condizioni.

Parco Nazionale di Komodo, Isole della Sonda, Indonesia

 

 

Il nome 'Komodo' è associato all'omonimo varano, il grande carnivoro diventato un emblema delle isole indonesiane. Non sorprende, quindi, che il simpatico draghetto sia la vedette del Parco Nazionale di Komodo. Ma spostando l'attenzione verso l'oceano, scoprirete qualcosa di altrettanto straordinario: un iridescente sistema di barriere coralline caratterizzato da variopinti cavallucci, rane pescatrici bicolore, polpi dagli anelli blu e impalpabili tunicati.

Barriera di Abrolhos, Brasile

 

Situata a bassa profondità vicino alla costa meridionale di Bahia, la Barriera di Abrolhos è da tempo un luogo conosciuto a livello mondiale per le specie endemiche di coralli fungo. Nel 2008 i ricercatori hanno scoperto nuove strutture coralline, che hanno raddoppiato le dimensioni di un sistema già classificato come il più grande di tutto l'Atlantico meridionale. Oggi si calcola che i reef dell'arcipelago si sviluppino su un'area di 46.000 kmq e che siano popolati da coralli, molluschi e pesci finora sconosciuti.

Røst Reef, Norvegia

 

 

Situata all'interno del Circolo Polare Artico e scoperta solo nel 2002, il Røst Reef è il sistema corallino in acque fredde più grande del mondo, esteso su un'area di 120 kmq, a una profondità di 400 m. Røst è una delle Isole Lofoten, un arcipelago situato 200 km a sudovest di Tromsø. Il reef è troppo distante e profondo per i sub, ma offre anche altre alternative. Le isole sono circondate da correnti ricche di nutrienti, in cui proliferano coralli, relitti e molte specie marine.

giovedì 4 luglio 2013

Hotel Sottomarino Alle Maldive

Il Water Discus hotel sarà ora costruito alle Maldive, e non Dubai come inizialmente previsto.
Il futuristico hotel sottomarino ospiterà 21 camere per due ospiti, bar, e centro immersioni (completo di sacche d'aria e di una camera di decompressione), tutti situati a dieci metri sotto le onde. Ogni camera sarà dotata di veicoli subacquei che tramite comando remotoconsentiranno agli ospiti di esplorare la vita sottomarina attraverso la fotografia macro.




 

Il disco superiore Sarà a 5-7 metri sul livello del mare e comprende la hall, ristorante, centro benessere, piscina, giardino, e (ovviamente) un eliporto.


Che sogno !!! 













Pacific Sun for Mac os

Pacific Sun ha reso pubblica la versione beta 1.5 del software di interfaccia di controllo per Mac OS X. La nuova versione offre un controllo più intuitivo ed avanzato delle plafoniere Pacific Sun
Ecco qualche Screeshot



martedì 2 luglio 2013

Bill Wann

Bill Wann possiede il più grande acquario di barriera privato nel Nord America (a 24 piedi x 10 piedi x 10 piedi vasca principale per un totale di oltre 20.000 litri con due pozzetti). Il suo acquario è così grande che Wann regolarmente effettua immersioni in esso

 1 parte installazione







2 parte installazione
 





Final Video delle sue immersioni !








mercoledì 26 giugno 2013

Deep Sea ID APP

Deep Sea ID e un app per iphone ipad
Sviluppata dal Museo di Storia Naturale, il Deep Sea ID  porta la vita marina di mare profondo nella vostra casa!






L'applicazione è stata progettata per la comunità scientifica, ma offre anche un tour visivo della straordinaria biodiversità della vita di mare profondo che è di interesse per gli educatori e il pubblico in generale.

martedì 25 giugno 2013

Forum " Goccia Nera "

Che dire...ormai l'apertura e stata ufficializzata,ben 1000 visualizzazioni in meno di 1 ora....e questo la dice lunga sulle potenzialità del forum,che apre al pubblico con una struttura che punta a migliorarsi tramite i giudizi e i consigli dei lettori.
tante le sezioni a disposizione,proprio per diversificare il piu possibile i contenuti e renderli facilmente reperibili.
gli staff di Goccia Nera e Reef Mania Italia  hanno lavorato a ritmi sostenuti per mantenere fede alla data prefissata di apertura....
per qualsiasi problema e possibile contattare i COORDINATORI che trovarete online
Ovviamente tante saranno le novita e le modifiche in corsa al fine di perfezionare l'intera struttura del forum
Vi aspettiamo al seguente indirizzo..Stay Tuned!

 http://www.goccianera.org/




Oceani : oltre 400 zone morte

Oceani, “oltre 400 zone morte, riserve di pesce al limite, barriere coralline in pezzi”

 

Stime della Fao, della Banca mondiale e della National Geographic Society fotografano uan grande malattia. Da alcune settimane al centro delle discussioni di scienziati, ex Capi di Stato ed ex ministri, economisti, giuristi e organizzazioni non governative, riunite in un nuovo organismo indipendente, la Global Ocean Commission

L’80 per cento delle riserve di pesce sfruttate fino a raggiungere o superare il loro livello massimo di sostenibilità, con il rischio estinzione per molte specie. Più di 400 zone morte, che coprono una superficie pari a 250mila chilometri quadrati, dove la maggior parte degli organismi marini non riesce più a sopravvivere. Il 35 per cento delle foreste di mangrovie e il 20 per cento delle barriere coralline distrutte a causa dell’urbanizzazione delle coste. Sono le cifre che raccontano di un malato grave: l’oceano. Stime della Fao, della Banca mondiale e della National Geographic Society, da alcune settimane al centro delle discussioni di scienziati, ex Capi di Stato ed ex ministri, economisti, giuristi e organizzazioni non governative, riunite in un nuovo organismo indipendente, la Global Ocean Commission. Un gruppo di studio che nei prossimi mesi dovrà formulare delle proposte, da sottoporre nel 2014 all’attenzione dell’Assemblea generale dell’Onu, per invertire lo stato di degrado in cui versano gli oceani e fermare la corsa allo sfruttamento indiscriminato delle loro risorse naturali.
Insediatasi lo scorso 12 febbraio sotto la guida di José María Figueres, ex presidente del Costa Rica, Trevor Manuel, dello staff della Presidenza del Sudafrica e David Miliband, ex ministro degli Esteri britannico, la commissione si è data appuntamento in questi giorni a Cape Town, in Sudafrica, per il suo meeting inaugurale. “In questo primo incontro di lavoro abbiamo ascoltato il parere di molti esperti e discusso dei principali problemi degli oceani – afferma Trevor Manuel, a fare gli onori di casa -. Nessuno di noi è stupido abbastanza da pensare che sarà semplice delineare un futuro per la salute e la salvaguardia dei nostri oceani. Ma al punto in cui ci troviamo non è azzardato affermare che la situazione può solo migliorare”. Gli fa eco David Miliband: “La commissione produrrà solo proposte capaci di tradursi in azioni concrete. Ho fatto parte di numerose commissioni e ho, pertanto, imparato a mie spese – precisa l’ex responsabile della politica estera inglese – che quando i gruppi di studio producono troppe raccomandazioni vuol dire che hanno fallito nel compito per cui erano stati creati”.
Molte sono le questioni aperte, a partire dall’inquinamento degli ecosistemi marini. Come dimostra la cosiddetta “Isola dei rifiuti”, una discarica nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, formatasi negli anni grazie alle correnti, la cui estensione non è nota con precisione – si stima che le sue dimensioni oscillino tra quelle della penisola Iberica e l’intera superficie degli Stati Uniti -. Eppure solo il due per cento della superficie degli oceani costituisce un area marina protetta, contro il dodici per cento delle corrispondenti regioni terrestri.
Non si tratta solo di rivendicazioni ambientaliste. La salvaguardia degli oceani e della loro biodiversità ha profonde ricadute economiche e sociali. “Noi tutti dipendiamo dagli oceani – sottolinea José María Figueres -. Che ci danno ciboossigeno e catturano l’anidride carbonica responsabile del surriscaldamento del pianeta”. Basta scorrere alcuni dati della Fao o della Banca Mondiale. Gli oceani, che coprono il 71 per cento della superficie della Terra, hanno, infatti, un ruolo fondamentale nella regolazione globale del clima. Assorbono calore, catturano un quarto dell’anidride carbonica emessa dalle attività dell’uomo – una quantità cinque volte superiore a quella delle foreste tropicali – e liberano quasi la metà dell’ossigeno che respiriamo. Per un miliardo di persone che vivono nei paesi in via di sviluppo, inoltre, la pesca rappresenta la fonte primaria di proteine. Il ricavato del commercio di pesce per i paesi in via di sviluppo è pari a circa 25 miliardi di dollari l’anno, due volte quello del caffè. Solo dalla pesca e commercializzazione del tonno derivano, ad esempio, dieci miliardi d’introiti e nove dall’ecoturismo subacqueo. Sono 85 le nazioni coinvolte nel commercio internazionale di pesce, stimato complessivamente in 102 miliardi di dollari l’anno e 350 milioni i posti di lavoro legati alla salute degli oceani.
“Sfortunatamente, però, molte evidenze scientifiche dimostrano che la pressione dell’uomo sugli oceani è in continua crescita. Basti pensare alla pesca illegale o all’incremento delle emissioni di anidride carbonica che rende le acque più acide – denuncia José María Figueres -. La salute degli oceani rappresenta sia un imperativo etico che un’opportunità economica. Si tratta di una questione di cui è assolutamente necessario interessarci, se vogliamo che i nostri figli e i nostri nipoti ottengano da essi gli stessi benefici di cui ha goduto la nostra generazione”.
La commissione si occuperà delle acque internazionali, il 45 per cento circa della superficie del pianeta, che non rientrano nella giurisdizione dei Governi, ma sono soggette alla cosiddetta “Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare” nata trent’anni fa allo scopo di definire i diritti e le responsabilità degli Stati nell’utilizzo dei mari e degli oceani. Un trattato che, secondo gli esperti, però, a causa dello sviluppo tecnologico non sempre ha frenato lo sfruttamento delle risorse naturali. Ne è un esempio la corsa che si è aperta negli ultimi anni tra i Paesi che si affacciano sul Circolo polare artico, Usa e Russia su tutti, per il controllo e l’estrazione delle riserve energetiche rese accessibili dal progressivo scioglimento dei ghiacciai a causa dei mutamenti climatici. “Il trattato delle Nazioni Unite è stato un grande successo – spiega Miliband -, ma adesso abbiamo bisogno di una nuova governance, che guidi gli obiettivi indicati trent’anni fa adattandoli agli scenari attuali”.



domenica 16 giugno 2013

Florida removes all limits on lionfish fishing

A partire dal 30 giugno
La florida rimuove tutti i limiti di pesca relativi al bellissimo
Pesce Leone che verra pescato senza nessun tipo di licenza....
ricordiamo che precedentemente il limite era fissato a circa 100 kg al giorno.



http://www.abc-7.com/global/category.asp?c=170963&autoStart=true&topVideoCatNo=default&clipId=8984970#.UbsW6KBIbRU.facebook

sabato 15 giugno 2013

BRSTV !!


           

      Bulk Reef Supply - BRSTV

 

La tv del reef
informazioni utili e di facile comprensione
• Video didattici - progetti fai da te, come la creazione di un sistema ad osmosi inversa luce a LED o l'installazione di un pozzetto.

• Video Educational - mantenere e tenere una vasca di acqua salata, la scelta del giusto schiumatoio o selezionando la migliore illuminazione dell'acquario

Product Review Video - Espandi la tua conoscenza dei prodotti   EcoTech, Vertex, Korallen-Zucht, Mar Rosso e di più.

Da non perdere Iscriviti a BRSTV essere avvisati di nuovi episodi.

 


http://www.youtube.com/user/BulkReefSupplyCom?feature=watch
http://www.bulkreefsupply.com/video/video-category/BRSTV-Series/


 


venerdì 14 giugno 2013

Copenaghen apre l'acquario più grande d'Europa


 

Copenaghen ha un nuovo acquario che è già orgoglio nazionale. Si chiama Den Blå Planet (Pianeta Blu) e dal 22 marzo, giorno in cui ha aperto le porte al pubblico, è diventato l’acquario più grande d’Europa. Una struttura imponente e avvenieristica, realizzata dallo studio danese 3XN, in poco più di 2 anni. Costruito su una superficie complessiva di 10 mila ettari, di cui 5 mila destinati a spazi espositivi con vasche e schermi giganti, ospita20 mila pesci e animali acquatici di 450 specie diverse provenienti da ogni parte del mondo. Per ogni animale è stato pensato un habitat specifico suddiviso tra acqua dolce, di fiume o di lago, e salato per gli abitanti marini. 




Sostituisce lo storico acquario di Charlottenlund, originario del 1939. I suoi 3 mila residenti acquatici che hanno fatto la storia sono stati spostati tutti nel nuovo "Pianeta Blu" a Taarnby, appena 8 chilometri da Copenaghen e solo 5 minuti di auto dall’aeroporto della città e dal Ponte di Øresund. La fermata della metro più vicina, a circa 600 metri, è Kastrup



La struttura (che non passa inosservata neanche dall’alto di un aereo) è stata concepita come un vortice circondato dall'acqua. Le sue ali curve, estese per molti metri, custodiscono gli spazi espositivi. La facciata è ricoperta da piccole lastre "squamate" che si adattano perfettamente alla forma organica della struttura e che tengono conto della vicinanza del mare, prevenendo ogni tipo di corrosione salina.



«Ora abbiamo un acquario in grado di compere con i migliori del mondo» conferma il professor Flemming Frandsen, direttore dell'acquario Den Blå Planet, «un esempio di architettura senza precedenti e un luogo di cultura marina che attirerà visitatori da ogni parte del mondo». Secondo le previsioni circa 700 mila visitatori all’anno. Previsione non difficle da rispettare tenendo conto che solo nelle prime due settimane hanno già superato quota 100 mila (il 60% di quello che il vecchio acquario della città ha fatto nell’ultimo anno)